In auto: uscita autostradale Alessandria Sud, seguire le indicazioni per Acqui Terme, imboccando la ex statale SS 30 Val Bormida. Quando si arriva ad Acqui Terme si va in direzione Savona fino a Bistagno.
In treno: prendere il treno per Savona o San Giuseppe di Cairo e scendere alla fermata Bistagno.
In auto: Seguire le indicazioni per Cairo Montenotte – Acqui Terme sulla SS 30 Val Bormida; proseguire in direzione Spigno Monferrato – Acqui Terme e prendere l’uscita per Bistagno.
In treno: prendere il treno per Alessandria o Acqui Terme e scendere alla fermata Bistagno.
http://www.comune.bistagno.al.it/ComTrasporti.asp
Edificato in epoca coeva alla fondazione di Bistagno, il castello di Bistagno fu dalla metà del XIII all’inizio del XV secolo sede di residenza vescovile, come attestato da molti documenti episcopali e cerimonie che vi si svolsero. Era costituito da una cinta muraria intervallata da ben sei grosse torri che la suddividevano nelle relative cortine, ulteriore testimonianza dell’antichità dello stesso in quanto risale ai secoli XIII e XIV l’utilizzo di tali torri. Poche informazioni sono presenti della storia del castello di Bistagno: si trattava certamente del fulcro della vita bistagnese, ma è pure il punto più oscuro della sua secolare storia.
Dopo la distruzione ad opera degli Spagnoli nel Seicento, restano visibili soltanto parte della cinta muraria, di notevole spessore, la torre, le cantine in cui è possibile osservare i materiali con cui fu costruita la muratura del tempo e infine gli ultimi gradini di una scala che, dal piano terra, scende verso un profondo pozzo. Risulta l’angolo più caratteristico, forse, dell’intero sottosuolo del castello: evidentemente uno di quei pozzi destinati ad oscure funzioni, non rare nel medioevo. Ed è tutto, purtroppo, su quanto ci è dato di sapere sul Castello di Bistagno.
L’attuale torre doveva far parte dell’edificio, in quanto proprio nel punto più alto dello spazio interno era normalmente eretta una torre, ben più alta delle altre presenti lungo le mura; di forma esagonale è già per questo di aspetto poco comune e piuttosto rara.
La Gipsoteca è il frutto di donazioni e comodato di gessi preparatori dello scultore, avvenute a varie riprese da parte del Comune di Genova al Comune di Bistagno.
Le opere presenti nella Gipsoteca documentano in maniera sufficiente le tappe salienti dell’attività artistica dello scultore, svoltasi in un arco cronologico di grande ampiezza, dal 1870 al 1917, anno della sua morte. Una visita alla Gipsoteca di Bistagno può quindi considerarsi la riscoperta di un importante scultore dell’Ottocento italiano, dalla critica, a torto, un po’ trascurato.
“Mi riveggo in mezzo a quei campi, ove con la terra bagnata dei fossi facevo alcune figurine e le davo a mio padre affinchè le facesse seccare. Allora non potevo avere certo idea di ciò che fosse arte. Mi ricordo poi i castighi che mi prodigava il mio maestro di scuola, perchè invece di fare il compito riempivo i quaderni di pupazzi. Erano inutili quei castighi. Continuavo a imbrattare non solo i quaderni e i libri, ma anche i muri …” (Giulio Monteverde)
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Visita a: “BENI STORICI E CULTURALI” presenti a Bistagno.
Tradizionale corsa podistica per agonisti e non.
Largo san Giovanni (piazzale antistante alla chiesa parrocchiale) alle ore 21:00 nelle giornate
26 giugno – Enrico Pesce
CONFINI: consolazioni per pianoforte solo
4 luglio – Acoustic Wall
Tributo acustico ai Pink Floyd
10 luglio – Mattia Niniano
Concerto Jazz con giovani musicisti emergenti
24 luglio – Fabio Giachino Trio
Concerto dall’album “BLAZAR”
Tradizionale fiera bistagnese con trebbiatura del grano e esposizione di trattori d’epoca
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista è sorta dopo la fondazione di Bistagno del 1253 da parte di Enrico II come riportato in numerosi documenti: il più importante di questi è una lapide murata, disposta esternamente sul lato destro dell’edificio, che ne testimonia la fine della costruzione ai primi di giugno del 1259.
La parrocchiale, di forme barocche, ma fiancheggiata sul lato destro da un campanile romanico-gotico, ha l’interno a tre navate sostenute da due file di quattro colonne in pietra e conserva la balaustra, l’altare maggiore e il coro ligneo della stessa epoca. Nella navata centrale è collocato il coro ovale, dalla parte opposta sopra la porta maggiore è collocato l’organo; di particolare importanza e valore è la statua in marmo della “Madonna col Bambino” donata da Giulio Monteverde ai suoi compaesani nel 1914 e collocata nel lato sinistro del presbiterio.
Santa Maria della Pieve o dell’Assunta, presso il cimitero, sorge a circa trecento metri dal paese, verso levante, sulla comunale per Montabone. Molto probabilmente sul luogo, in tempi remotissimi, sorgeva una Pieve sulle cui rovine fu edificato un “tempietto”, sbagliando, fra l’altro, decisamente la data, che colloca nel 1779.
Nel complesso, però, rende omaggio all’edificio definendolo` … il più vasto e forse il più sontuoso di tutti gli oratori pubblici della diocesi di Acqui”. Una più approfondita ricerca fra i documenti storici dell’archivio comunale di Bistagno, mentre ci ha confermato la presenza sullo stesso luogo di una antichissima Pieve, ci consente di dare una data precisa alla fondazione del tempio, che ancor oggi, dopo i restauri fa bella mostra di se.
A pianta centrale, l’edificio ruota intorno a un tiburio ottagonale e presenta una delicata facciata a due ordini con solenne fastigio nella parte superiore e oculo dipinto. Le fondamenta, a quanto risulta da un “ordinato comunale”, erano già gettate nel 1719. Secondo alcuni studiosi, alla fabbrica della chiesa lavorò il grande architetto barocco A.B. Vittone.
La via Aemilia Scaura, come abbiamo visto nella prima parte, era vicinissima, un castrum romano fu certamente insediato nella zona, come testimoniano le locuzioni tardo medioevali di documenti episcopali, e nulla vieta di pensare che il sorgere di una antichissima Pieve nella nostra fertile zona fosse stata una realtà storica, anche se non è indicata nella Tavola PEUNTINGERIANA, che descrive il mondo romano.
La ricchezza degli addobbi, l’abbondanza degli arredi sacri, la luminosità, il lindore, lo spazio, fanno di questa chiesa il numero due fra gli edifici sacri di Bistagno, dopo la parrocchiale.