Successivamente, Melazzo entrò a far parte dei domini dei marchesi del Monferrato e subì, nel 1431, i saccheggi delle truppe di Francesco Sforza. Nel XVII secolo il castello venne distrutto dagli spagnoli e poi ricostruito più tardi dai conti Gandolfi di Porto Maurizio.
Il Comune di Melazzo conserva un imponente castello situato al centro del paese che fa parte dei “Castelli Aperti” del Basso Piemonte e ha origini antecedenti all’anno 1000: l’edificio attuale conserva ancora parti del Basso Medioevo integrate da restauri in stile neogotico, ad esempio le merlature delle mura. All’entrata dell’ edificio è ancora visibile un avvallamento del terreno nel punto in cui poggiava una delle torri; sotto quest’ultima è stato rinvenuto un accesso ad un cunicolo sotterraneo che, secondo l’antica leggenda, era un collegamento con un altro castello, chiamato Moncrescente o “Tinazza”, situato nel verde della contea. Naturalmente tale collegamento era sorto per ragioni strategiche e di difesa, quando il castello era dimora di conti e marchesi.
il Castel di Moncrescente, noto come Castel della Tinazza sorge sulla sponda opposta dell’Erro, in cima al colle di Montecrescente. Si tratta di una fortificazione a pianta ottagonale, con quattro torri angolari eretta nel XIV secolo; la sua funzione era quella di sorvegliare lo sbocco delle valli della
Bormida e dell’Erro,e secondo la leggenda, si trattava del luogo dove coloro che abitavano nel castello del paese si rifugiavano in caso di attacchi.
La chiesa principale di Melazzo dedicata a San Bartolomeo e San Guido edificata tra il 1757 e il 1759. È in stile rinascimentale con ornamentazioni di stucco in stile barocco. Il campanile ha subito interventi e restauri successivi. La chiesa e abbellita da dipinti di Pietro Maria Ivaldi detto Il Muto. Inoltre, all’interno della nostra chiesa, sono costudite le spoglie di alcuni autorevoli esponenti del casato Scati-Grimaldi, tra questi quella di Gustavo Scati, la cui epigrafe fu firmata dall’importante scrittore de “le mie prigioni”, Silvio Pellico. Annesso alla chiesa parrocchiale vi è l’oratorio di San Pietro martire in Verona, il quale presenta una semplice pianta rettangolare che lo potrebbe far risalire a prima del 1600. All’interno è possibile ammirare tre pareti rivestite di schienale a trentaquattro comparti ( chiamati panò), con una tribuna-cantoria tutto in noce scolpita di notevole pregio artistico, due quadri: “L’ultima cena” e “La lavanda dei piedi” del 1888 e due medaglioni con tele raffiguranti San Carlo e San Vincenzo Ferrer.
A poca distanza dai centro abitato è posta la bellissima chiesetta dell’Annunziata attigua all’attuale cimitero. L’esterno è in pietra e cotto a vista e la facciata è molto semplice, ma la vera ricchezza di questa chiesetta è data dalla notevole quantità di dipinti al suo interno. La sua costruzione risale al 1610.
Un’ altra importante chiesa dei territorio melazzese è quella di San Secondo, ed è forse quella più antica, fatta costruire dal santo patrono. E’ situata nella frazione del paese,ad Arzello.